Maggio 2019 – analisi e aggiornamento: Tensioni commerciali Usa-Cina

Morgan stanley Investment Management.

 

Dall’inizio dell’anno abbiamo tenuto conto di diversi rischi binari che ci hanno frenato dall’aumentare ulteriormente l’esposizione azionaria nonostante le nostre attese positive nei confronti della crescita economica globale. Tra questi rischi, i principali sono rappresentati dalle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina che abbiamo monitorato attentamente e, considerati i recenti sviluppi, giustificatamente.

Nel mese di aprile, sulla base delle prospettive economiche positive abbiamo aumentato la nostra esposizione azionaria in tutti i Comparti, ma l’acuirsi degli attriti commerciali tra Stati Uniti e Cina ci hanno successivamente indotto a ridurre il rischio in misura considerevole1. Sebbene in passato non prevedevamo l’applicazione di ulteriori dazi, ritenevamo che l’eventualità non fosse affatto da escludere e che il mercato avrebbe dovuto tenerne conto. Siamo consapevoli che la nostra analisi relativa ad eventi rischiosi ci abbia consentito di individuare le tensioni commerciali come motivo di una maggiore cautela nel gestire gli attivi rischiosi, mentre in altre circostanze avremmo adottato un approccio diverso. Inoltre, nei Comparti che lo consentono, abbiamo integrato la nostra asset allocation dinamica con le opzioni, per una maggiore protezione dalle perdite durante le fasi di ribasso senza tuttavia rinunciare alla possibilità di partecipare ai rialzi.

Il quadro attuale è difficile da decifrare, ma mentre scriviamo commento non riteniamo che Stati Uniti e Cina risolveranno a breve i problemi della loro guerra commerciale. La nostra tesi è che, date le posizioni diverse su questioni fondamentali, non vi sarà alcuna soluzione nel breve termine tra i due paesi e che i mercati al momento non abbiano adeguatamente scontato questo scenario. Tuttavia, il recente inasprimento delle tensioni giustifica ampiamente il nostro posizionamento e continueremo a seguire da vicino gli sviluppi.

Le nostre aspettative per la seconda parte dell’anno

Dato il recente aumento delle tariffe tra USA e Cina, riteniamo che la possibilita’ di implementare stimoli fiscali nelle principali economie sia in aumento e che vi sia una fonte di potenziale crescita che potrebbe ridurre i rischi di una recessione nel breve termine. 

La Cina per esempio potrebbe implementare ulteriori stimoli sia fiscali che monetari. Da notare che gli stimoli fiscali avviati in Cina sono stati differenti da quelli effettuati nel 2015/16 e si sono focalizzati sul settore privato, rispetto a quello pubblico, a significare un impiego di capitale piu’ lento e meno levereggiato.  Questi stimoli, sia in ambito monetario che fiscale, dovrebbero aiutare a stabilizzare la crescita in Cina per il 2019. Gli effetti positivi di questi programmi si dovrebbero poi ramificare anche in Asia, Giappone ed Europa. Ad ogni modo, rispetto agli stimoli precedenti, ci aspettiamo che la Cina implementi stimoli piu’ mirati.

Negli Stati Uniti, una delle aree dove un accordo bipartisan sembra possibile e’ la collaborazione su un piano infrastrutturale, che aiuterebbe a creare lavoro e a rafforzare l’economia. Sebbene Repubblicani e Democratici abbiano presentato programmi infrastrutturali separati  che differiscono sia per ammontari e modalita’ di finanziamento (si parla di tassa sui carburanti oppure sulle transazioni finanziarie),  a nostro avviso c’è un forte supporto da entrambi le parti per supportare un piano infrastrutturale. Riteniamo che un piano congiunto potrebbe essere annunciato gia’ quest’estate.

In Europa, il possibile ammontare di stimoli fiscali per il 2019 non si avvicina a quello di Cina e USA, ma risulta pur sempre espansionistico. Con una popolazione in aumento e pressione da parte dei partiti populisti, il parlamento Europeo potrebbe implememtare investimentiinfrastrutturali nei diversi paesi.

Elezioni Europee

Le elezioni europee metteranno alla prova diversi paesi, tra i quali l’Italia. A seconda dei risultati, potrebbe versificarsi la possibilità di elezioni anticipate in autunno. Questa eventualità potrebbe far ritornare la volatilità nel mercato italiano, sebbene non ci aspettiamo che questo rischio si propaghi anche agli altri paesi europei, in linea con quanto accaduto a maggio 2018.

Per quanto riguarda le elezioni europee, ci aspettiamo un Parlamento maggiormente frammentato, ma nessun cambiamento drastico verso partiti anti-establishment. I sondaggi2 indicano che il centro-destra (EPP) e il centro-sinistra (S&D) combinati potrebbero raggiungere solamente il 43% (minimo storico) con i liberali (ALDE) che guadagnano consensi, mentre appare difficile una collaborazione tra i partiti anti-establishment a causa della differenza di vedute. È probabile che nel Parlamento Europeo continui il dominio dei gruppi politici centristi pro-Unione Europea.

Le elezioni potrebbero creare volatilità ma non ci aspettiamo che abbiano effetti rilevanti sui mercati: i dati economici e le prospettive di crescita per l’Eurozona avranno un potenziale molto maggiore di impattare i mercati rispetto alle elezioni europee.

Tuttavia, post elezioni, l’integrazione fiscale dei paesi dell’Unione Europea potrebbe dare nuovo slancio e fornire supporto all’azionario e agli spread dei paesi periferici.

 

I partiti “tradizionali” andranno probabilmente incontro ad una leggera riduzione di seggi

  • Banche Centrali
  • Il mercato sta attualmente prezzando un possibile taglio dei tassi da parte della Fed. A nostro avviso l’economia americana risulta in buone condizioni e quindi riteniamo sia difficile giustificare un possibile taglio dei tassi di interesse a breve.

    In Europa, la BCE continua ad essere accomodante e ha annunciato ulteriori programmi  di supporto della crescita come il nuovo programma di TLTRO, i cui dettagli saranno disponibili a settembre.

     

    Dove vediamo opportunità al momento  

    Data la recente volatilità sui mercati, ci siamo posizionati su classi di investimento più difensive. Sulla parte obbligazionaria abbiamo aumentato la nostra duration di portafoglio, acquistando per esempio Treasuries americani decennali, che tendono a performare durante periodi di mercato incerti. L’oro è un’altra asset class che storicamente ha beneficiato in uno scenario di risk-off. Allo stesso tempo ci aspettiamo un indebolimento del dollaro verso l’euro, dato il rallentamento dell’economia americana che converge a livelli di crescita più sincronizzati rispetto alle altre economie sviluppate. Stiamo ad ogni modo monitorando la situazione per capire se la volatilità corrente possa rappresentare una buona opportunità di investimento.

    Il nostro posizionamento, relativamente difensivo, dovrebbe tutelarci da un potenziale aumento della volatilità. Allo stesso tempo, se le parti giungessero a un accordo o se il mercato semplicemente decidesse di ignorare del tutto il conflitto commerciale, dovremmo essere in grado di beneficiare dei rialzi. Nella tabella a seguire si riportano le allocazioni target per ciascuno dei nostri quattro Comparti SICAV di diritto lussemburghese al 13 maggio 2019. Si fa presente che le posizioni da noi detenute nella liquidità sono costituite da una combinazione di liquidità e strumenti del mercato monetario a breve termine, coperte mediante posizionamenti corti sui futures, implementati nei nostri portafogli.

     

     

     

    Leave a Reply