Sale la tensione sui mercati per via dell’epidemia di coronavirus il cui bilancio in termini di contagi sta assmendo, giorno dopo giorno, contorni sempre più preoccupanti. Mentre è ancora difficile fare previsioni precise, Kristalina Georgieva, direttrice del Fondo Monetario internazionale, ha sottolineato che il coronavirus è “uno dei non pochi rischi di ribasso” negli scenari dell’Fmi, che stima la crescita globale al 3,3% nel 2020. Quello che appare certo al momento è che la situazione appare di ora in ora più grave con le autorità cinesi che hanno esteso le vacanze di Capodanno lunare di tre giorni fino al 2 febbraio per indurre i cittadini a restare a casa ed evitare di diffondere l’infezione. Inizialmente i cinesi sarebbero dovuti tornare a lavorare venerdì 31 gennaio, dopo sette giorni festivi che si traducono in centinaia di milioni di viaggi in tutta la Cina. “Questa misura è stata presa per ridurre gli assembramenti e fermare la diffusione dell’epidemia”, ha detto il governo cinese in un comunicato. Per la Cina si tratta di un brutto colpo. Tanto più perché arriva in una fase di debolezza dell’economia. “Sebbene non possiamo dire fino a che punto si diffonderà la malattia, una cosa che possiamo dire con certezza ora è che i consumi in Cina stanno già subendo un duro colpo mentre Pechino cerca di contenere l’epidemia”, dice Hiroyuki Ueno, senior strategist di Sumitomo Mitsui Trust Asset Management. Numerosi analisti stanno rivedendo al ribasso le loro valutazioni sugli investimenti nelle società, soprattutto dei comparti turismo e consumi, che rischiano di registrare il maggiore impatto negativo, mentre compaiono i primi allarmi anche sulle prospettive macroeconomiche. Come quello degli analisti di Standard&Poor’s, secondo cui “l’influenza cinese” potrebbe costare alla Cina intorno all’ 1,2 punti percentuali del di Pil, calcolando un possibile impatto del 10 per cento sulle spese in trasporti e divertimento da parte dei consumatori cinesi, nel prossimo periodo.

Analizzando l’indice MSCI WORLD scopriamo che gli effetti reali sui mercati si sono registrati sono in due casi:

1. Giugno 1981 virus HIV

2. Ebola marzo 2014.

I mercati durante il virus SARS ( a cui in Corona virus è paragonato) sono cresciuti addirittura del 16% in sei mesi.

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