Le commissioni applicate da Banca Mediolanum e Azimut sono salite molto nel 2019.

Azimut e Banca Mediolanum hanno annunciato di dover modificare il loro storico metodo di calcolo delle commissioni di performance per allinearsi ai principi Iosco ma, per evitare perdite commissionali, altre voci di costo sono state modificate al rialzo.

A inizio 2019 Azimut e Banca Mediolanum, spiega Gianfranco Ursino suPlus24, hanno annunciato di dover modificare il loro storico metodo di calcolo delle commissioni di performance previsto dai loro fondi comuni domiciliati all’estero, per renderle più eque per le tasche dei sottoscrittori ed allinearsi ai principi Iosco. Nell’abbandonare, continua Ursino, questi criteri di definizione delle performance fee e passare a una base temporale di calcolo annuale, Azimut e Mediolanum hanno però nel contempo annunciato un aumento delle provvigioni fisse, in media di circa 50 punti base, per non dover subire un calo dei ricavi commissionali. Un incremento che entrambi i gruppi hanno deciso di non caricare sulle provvigioni di gestione, bensì su altre voci commissionali (costi di auditing, compliance, brokeraggio, ricerca e altro) che vengono trattenuti integralmente dalla società di gestione, senza doverli in parte retrocedere ai consulenti finanziari, come invece da prassi avviene con le commissioni di gestione. Voci di costo che in genere non superano nel complesso i 10 punti base, sono aumentate in un colpo solo di 27, 55 o 67 punti base.

Come sottolinea Plus24, Mediolanum con il nuovo metodo di calcolo, lo scorso anno ha comunque incassato performance fee record (425 milioni) con un mercato che, mese dopo mese, è salito quasi costantemente. Secondo l’ultimo report sul settore redatto da Mediobanca Securities, le management fee medie lorde sul gestito di Azimut e Mediolanum nel 2019 sono pari rispettivamente a 190 e 210 punti base, rispetto a Fineco e Banca Generali che addebitano ai clienti una media rispettivamente di 130 e 140 punti base.

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